Qualche anno fa, su una spiaggia dell’Andalusia non riuscivo a respirare.
Avevo un macigno sul petto, un nodo che mi stringeva la gola. Fino al giorno prima, tutto sembrava andare bene. Poi, il vuoto. Il panico. Mi sentivo a pezzi, senza capirne il motivo.

Eppure ero partita da sola in camper, un anno e mezzo prima, convinta che il problema fosse esterno, il lavoro, i doveri, la solita vita.
Ma non era vero. Il problema ero dentro di me. Stavo scappando da me stessa.

Mi ero sempre sentita inferiore. Meno capace. Meno intelligente. Meno di tutto.
E quel senso di inadeguatezza mi aveva cucito addosso una vita che non mi somigliava.
Finché su quella spiaggia, qualcosa è cambiato.

Un semplice reel mi ha svegliata.
Un formatore parlava di crescita personale. Di cambiamento possibile. Di potere interiore. Parlava di me. Della me che avrei potuto essere, se solo avessi avuto il coraggio di smettere di pensare che per me fosse troppo tardi.

Cos' l’ho seguito. Ho investito. Ho lavorato su di me.

A 50 anni passati, ho smesso di raccontarmi stronzate e ho iniziato a costruirmi da capo.
Non è stato facile. Ho pianto. Ho mollato. Ho ripreso. Ma ogni passo mi avvicinava a una versione più vera di me stessa.